Archivio giornale www.gliamicidellamusica.net

L'opera di Luigi Dallapiccola al Maggio Musicale. Poi i Quattro pezzi sacri di Verdi

Appunti su Il Prigioniero

servizio di Simone Tomei

Pubblicato il 20 Giugno 2018

180620_Fi_00_IlPrigioniero_MichaelBoderFIRENZE - Nel cartellone dell'ottantunesimo Maggio Musicale Fiorentino hanno trovato albergo due titoli apparentemente distanti dal punto di vista musicale, ma decisamente entusiasmanti e diventati affini per l’originalità dell’approccio: Il Prigioniero di Luigi Dallapiccola ed I quattro pezzi sacri di Giuseppe Verdi. Il primo rappresenta quella categoria di lavori teatrali del secolo scorso in cui c'è la dissociazione tra musica e dramma in un teatro a forti tinte tragiche e personalmente sofferto, con un linguaggio musicale estremamente aggiornato per il periodo storico in cui è stato composto e denso di significato tradotto attraverso un simbolismo acuto e lungimirante. Il Prigioniero è l'opera più sofferta del compositore in cui viene tradotto il patimento vissuto in tutta la vita; dalle incomprensioni e ostilità sopportate dopo il suo trasferimento a Firenze, che non riuscirono a far mutare la direzione del suo pensiero musicale e umanistico, alle vicende storiche della guerra dove "... uno sguardo alle date è già di per sé eloquente. È l'estate del 1939 quando il compositore s'imbatte a Parigi nel racconto La torture par l'espérance, uno dei Contes cruels di Auguste de Villiers de l'Isle Adam: ne resta impressionato e, nel viaggio di ritorno, comincia a riflettere sul suggerimento ricevuto dalla moglie Laura di ricavarne un lavoro teatrale. Il precipitare degli eventi ritarda l'attuazione del progetto ma non la sua necessità: un primo abbozzo del libretto, scritto dal compositore stesso, è pronto alla fine del 1943; la stesura della musica comincia nel 1944, l'anno stesso che vedrà la liberazione di Firenze, dove il musicista vive da più di vent'anni, e la nascita di sua figlia Anna Libera. «Erano gli anni - scrive Dallapiccola - in cui l'Europa, da tempo circondata da filo spinato, con ritmo ognora crescente si riduceva a un ammasso di rovine... " (Sergio Sablich).
Un componimento che fa della dodecafonia, parola ancora ignorata dai musicisti italiani del tempo e che si prestava a volgari storpiature, la ragione portante che riesce a restituire quell'unità drammatica e drammaturgica che "... è garantita dalla severa disciplina dodecafonica, basata non soltanto sulle nervature interne del contrappunto ma anche sulle rispondenze intervallari della serie, costruite in modo da consentire la massima ampiezza della gamma espressiva, fino a inglobare le tensioni del canto. Tra le varie "costellazioni dodecafoniche" che sostanziano la partitura un rilievo particolare assume il ricorrente segnale di morte costituito dai tre accordi iniziali: un gesto di pretta efficacia drammatica, che si imprime nella memoria con la forza immediata di un appello simbolico. Dal primo di questi accordi deriva la serie fondamentale dell'opera, quella che lo stesso Dallapiccola individua come «serie della preghiera» e che accompagna le fasi della vicenda, affiancata dalle serie della «speranza» e della «libertà». Un altro motivo, anch'esso collegato ai tre accordi iniziali, simboleggia «Roelandt», la campana di Gand, e lo si ritrova pertanto sia nella seconda scena sia nell'ultima, al culmine dell'esaltazione per la libertà illusoriamente intravista. Queste indicazioni del compositore rivelano un trattamento tematico ben caratterizzato nonostante il tessuto assai complesso delle elaborazioni e delle derivazioni, che si spingono non solo a tollerare bensì a richiedere scoperte relazioni tonali. Un esempio estremo di questa tendenza a risolvere con figure musicalmente pregnanti i nodi drammaturgici che vi sono sottesi si ha nell'inciso motivico che scolpisce la parola «fratello», vera chiave dell'opera, in modo affatto emozionante, indimenticabile: ogni suo ritorno sembra condensare in una formula magica quasi sottratta al divenire dell'azione l'ansia di libertà del Prigioniero, in una cosmica richiesta di appartenenza che rappresenta forse l'anelito più autentico nel suo cammino verso la speranza. Alle parole di solitudine che avevano aperto l'opera e che la chiudono, e all'interrogativo che la sospende senza risolvere, si oppone come un controcanto polifonico, anche nei momenti dell'illusione, la fede nella preghiera, con il richiamo della trascendenza. Ed è su queste parole che il dubbio del Prigioniero si placa, prima che la morte lo ghermisca: «Signore, aiutami a camminare. Così lunga è la via che mi pare di non poterla finire. Signore, aiutami a salire»" (Sergio Sablich).

180620_Fi_01_IlPrigioniero180620_Fi_02_IlPrigioniero

Ubi major, minor cessat; cercare di comprendere appieno questo capolavoro del '900 non è stato facile e riportare qualche frase delle mie letture preparatorie l'ho ritenuto il miglior modo per cercare di rendere al meglio giustizia ad un compositore ancor troppo poco conosciuto ed eseguito la cui musica ascolto dopo ascolto regala delle superbe e corroboranti emozioni proprio come la visione di questo titolo all'interno del Festival del Maggio Musicale Fiorentino.
Tengo a precisare che il mio resoconto è riferito alla prova generale del 17 giugno 2018 cui ho assistito per gentile permesso del Teatro del Maggio essendo impossibilitato a farlo nelle serate previste dal cartellone.
Sono rimasto letteralmente colpito dalla lettura del regista e coreografo Virgilio Sieni coadiuvato per scene e costumi da Giulia Bonaldi e alle luci da Mattia Bagnoli; una lettura che ha fatto parlare oltre la musica e le parole anche i corpi degli straordinari componenti della Compagnia Virgilio Sieni che qui vale la pena di menzionare per intero: Jari Boldrini, Ramona Caia, Nicola Simone Cisternino, Lorenzo De Simone, Lucia Guarino, Maurizio Giunti, Maya Oliva, Andrea Palumbo, Asia Pucci, Sara Sguotti.
Corpi che parlano, che reagiscono al suono, alle parole, ai silenzi; corpi che esaltano la sofferenza e la amplificano talora ristorandola, talora intensificandola; la lettura in una visione cristica del personaggio eponimo mi ha catapultato nelle Sacre Scritture e nell'epilogo della passione di Gesù Cristo; la parola “Fratello” pronunciata dal carceriere – in realtà l'Inquisitore mascherato – che sembra dare apparente sollievo e fiducia al Prigioniero, mi ha riportato a quel senso di illusione e di speranza – nel Vangelo letta come debolezza – del Cristo che nell'Orto dei Getsemani prega affinché il Padre possa allontanare da lui quel calice amaro.
Scenicamente la storia si dipana in maniera circolare su due piani: il primo – Prologo della Madre – con una visione di “rassegnata speranza” esaltata da un velo divisorio per mezzo del quale si compongono delle immagini fatte di luci nebulose e spettri che ritorneranno alla fine nella quarta scena dove andranno ad assumere la destinazione finale del Prigioniero: ossia la sua “libertà" - che in realtà non è altro che la morte -; nelle scene intermedie invece il tutto si concretizza in uno spazio tendenzialmente vuoto in cui "parlano" soprattutto i corpi e a livello scenico vediamo solo l'apparire di un muro che rappresenta il cammino verso quella “libertà”; l'uomo lo usa come sostegno ed appoggio nel suo viaggio e ad ogni passo questo muro a contatto con il suo corpo si colora di rosso, di quel sangue che sgorga dalle ferite del condannato; una visione che impressiona, che scuote e che può essere efficacemente didascalizzata con le parole dello stesso regista.

180620_Fi_03_IlPrigioniero180620_Fi_04_IlPrigioniero
180620_Fi_05_IlPrigioniero_facebook

Dice infatti Sieni:"... Il Prigioniero apre una voragine che è anche mappa emozionale dell’uomo davanti alla tragedia. Il tempo diviene giudice di un gesto luminoso quale la speranza, affossandola per volere degli uomini. L’uomo sopraffà l’uomo e in questo spazio indicibile si assiste all’annientamento di un corpo, allo schiacciamento dell’anima. In questo Prigioniero si addensano le storie infinite di altri esseri umani, l’uno addossato all’altro, così come nel prigioniero flagellato - sostenuto nei suoi inciampi da una speranza di pura luce e attratto da un bagliore che lo trascina verso la morte come un satellite in balia delle forze gravitazionali del cosmo - o come nell’ultimo cammino di tanti uomini verso la costruzione della propria bara. Ho pensato che in quest’adiacenza di carne si potesse intuire, nonostante tutto, la bellezza dell’ultimo gesto, il paradosso emozionale dove il gesto e la figura rappresentano il crocevia di un vuoto tragico...".

180620_Fi_06_IlPrigioniero180620_Fi_07_IlPrigioniero

Artisti di grande livello hanno saputo integrarsi e reagire alle forti  "provocazioni" registiche in maniera sublime; nel ruolo eponimo il baritono Levent Bakirci ha sapientemente delineato sia con il fisico che con la voce il personaggio nella sua totalità; il canto si è fatto preghiera, lamento, speranza, disperazione con una partecipazione emotiva che mi ha coinvolto intensamente; ha modulato con la voce tutte le emozioni mettendo in risalto l'eleganza di un fraseggio seppur discontinuo come richiesto dalla partitura, ma anche la capacità di saper gestire con fermezza i difficili intervalli musicali non perdendo mai di vista l'obiettivo drammaturgico e le esigenze sceniche in cui ha saputo mirabilmente amalgamarsi offendo il suo corpo alla compagnia di danzatori che lo hanno fatto esprimere in maniera molto suggestiva e realistica di pari passo con la voce.

180620_Fi_08_IlPrigioniero
180620_Fi_09_IlPrigioniero180620_Fi_10_IlPrigioniero

La madre, interpretata dal mezzosoprano Annamaria Chiuri, porta il titolo della prima scena dove diventa assoluta protagonista; il suo corpo quasi raffigurante una Maria Egiziaca, si muove spasmodicamente guidata dalle ombre sognate che rappresentano "presagi incombenti"; la sua figura come dice lo stesso Sieni è "...figura primordiale, “ghianda” di gesti fondativi, una madre dall’animo stanco e avvolta dai suoi capelli come la Maria Maddalena di Donatello e quella di Desiderio da Settignano..."; e queste nebulose immaginate sono  vissute assieme ad un suo doppio che la bracca passo passo e la fa muovere nella direzione voluta; un'altra lei che le avvolge il corpo con gesti ascetici, tragici nel loro definirsi con pesantezza e al tempo stesso con lucidità; l'impegno vocale non è da meno per tradurre tanta sostanza emozionale; gli intervalli portano alla terza battuta ad un salto impervio al Si naturale in piena voce sotto una gamma orchestrale piuttosto consistente ed il dialogo con se stessa cresce misura dopo misura di pathos emozionale fino ad arrivare alla “Ballata” del prologo in cui si delineano, attraverso l'appropriato uso di intervalli – semitoni e terze minori –, i presagi femminili e materni di ciò che accadrà al figlio; il testo musicale riporta all'inizio l'indicazione di affidare questo ruolo ad un soprano drammatico; ecco che l'eleganza, la vocalità e l'esperienza dell'interprete hanno fatto sì che la sua corda mezzosopranile abbia saputo affrontare con quel piglio drammatico e feroce le impervie note; l'uniformità vocale di questa grande interprete ha fatto sì che in tutta la grande estensione del ruolo ogni nota trovasse quella giusta messa a fuoco, corretta intonazione e quella precisione ritmica da attagliarsi appieno alla scrittura musicale e alle esigenze sceniche.
Voce molto interessante e precisa anche quella del tenore John Daszak nel doppio ruolo di Carceriere ed Inquisitore; squillo notevole e grande duttilità per le esigenze di partitura.
A completamento del cast Primo sacerdote Antonio Garés e Secondo sacerdote Adriano Gramigni.
Grande protagonista è stato infine il Coro del Teatro fiorentino diretto e preparato come sempre dal M° Lorenzo Fratini; in questo primo componimento il suo ruolo è relegato a personaggio fuori scena con funzione direi quasi liturgica cui sono affidati i due intermezzi ed il finale concertato con il Grande Inquisitore ed il protagonista; la precisione stilistica del Coro è stata un fiore all'occhiello di questa produzione in cui è emerso in tutta la sua professionalità e con una cura particolare dei colori e delle intenzioni.
La direzione del M° Michael Boder si è perfettamente inserita in questo contesto così corroborante e coinvolgente ed è riuscita ad amalgamare appieno le esigenze del palcoscenico con quelle della buca orchestrale che si avvale di numerosi mezzi tecnici; così scrive Massimo Venuti ne “Il Teatro di Dallapiccola”: "... l'impiego di un organico esteso è compiuto solo in funzione dell'apertura verso la possibilità, cioè della non preclusione a certi mezzi che l'espressività impone. Se la disponibilità di tali elementi esiste, allora appare necessario che il senso della dosatura e della scelta coerente e consapevole sia fondamentale per non cadere nell'effetto, ovvero nella quantità e nella materialità del suono. Questa lucidità dell'impiego dei mezzi che continuamente evita il facile effettismo è perfettamente presente in Dallapiccola, e qui ancor più che in Volo di notte; il senso del colore infatti, pur essendo usato secondo nature strumentali sempre variate è comunque compiuto organicamente, non sorprende o aggredisce mai l'orecchio: è, insomma, coerente.." e coerente è stato l'uso che Boder ne ha fatto rispettando musica, strumentisti e palcoscenico.
La seconda parte del concerto ha visto in campo ancora il complesso corale del Maggio che con grande eleganza e preparazione ha affrontato il componimento estremo del Cigno di Busseto.
I Quattro Pezzi Sacri si sono succeduti intervallati ed accompagnati da una coreografia sempre curata da Virgilio Sieni e realizzata dalla compagnia eponima in cui i danzatori, truccati a mo' di uomini di terracotta hanno fatto da preludio e accompagnamento ad ogni singolo brano mettendo in evidenza gli aspetti della nostra società malata e povera; sul palcoscenico ci sono oggetti del quotidiano: un uomo che cerca da mangiare nei cassonetti dell’immondizia simbolo di una povertà materiale, un gommone simbolo dell'uomo in fuga, un triciclo, simbolo di una fanciullezza violata dalla guerra; uomini di terracotta, fragili e vulnerabili in questo mondo dove "... fermando i corpi nell’immagine della terracotta rinascimentale di Niccolò dell’Arca, così come appare nel Compianto di Cristo morto, ogni scena si sospende in un tempo che non è mai accaduto ma è sempre. Lo spazio è racchiuso in un fazzoletto e torna in mente La zattera della medusa di Théodore Géricault. Corpi vicini, a volte ammassati e sovrapposti, corpi, deboli, fragili, stremati..."
Vorrei qui riproporvi per finire un altro pensiero di Sieni di cui una personale sintesi potrebbe far perdere il significato profondo che porta in sé: "... Nell’Ave Maria una donna anziana è colta nel momento in cui, ricurva su se stessa, raccoglie dei frutti per terra in un mercato appena sgomberato e tutt’intorno le presenze si levano a un momento di fragilità e umiltà del gesto. Lo Stabat Mater mostra dei naufraghi sorretti dai loro compagni: due grandi travi (come nella quarta scena de Il Prigioniero) danno misura a ogni passaggio del quadro, diventando il luogo di un groviglio tragico. Una sospensione che si origina dal ricordo dell’affresco aretino di Piero della Francesca La Regina di Saba in adorazione del sacro legno nel ciclo Storia della Vera Croce. Laudi alla Vergine include il rannicchiamento doloroso di donne e uomini in somma liturgia di fronte ai corpi perduti. Nel Te Deum infine la morte; l’azione è marcata da alcuni oggetti che vediamo nelle tragedie quotidiane, fatti che avvengono nei nostri mari o nell’esplosione di bombe in terre anch’esse vicine (tricicli, passeggini, palle, gommoni), giochi e oggetti che riguardano i bambini e che marcano inesorabilmente lo scorrere di questo quadro.

180620_Fi_11_IlPrigioniero

Un quadro della nostra vita e del mondo che ci circonda; un quadro, anzi più quadri, per riflettere e per cercare anche attraverso la bellezza ed il ristoro della musica di migliorare noi stessi e per diventare portatori di quella "pace" che non è solo assenza di guerra, ma una pace dell'animo, del cuore e delle intenzioni che avvolga l'umanità in un abbraccio tanto silente quanto assordante ed al contempo ristoratore, per porre le basi di un domani migliore più altruista e soprattuto più giusto.
E per aiutarci in questo la musica con il canto del Coro ed i suoni dell'Orchestra del Maggio amalgamati dal direttore Michael Boder hanno sicuramente contribuito nell'intento affrontando queste pagine con partecipate intenzioni e con la ricerca di bellezza e di pura emozione nel suono; una sola parola: eccellenti.
Queste sono state le “emozioni” in un afoso pomeriggio di giugno.

Crediti fotografici: Ufficio stampa del Maggio Musicale Fiorentino - Teatro dell'Opera di Firenze
Nella miniatura in alto: il direttore Michael Boder






< Torna indietro

Dal Nord-Ovest Dal Nord-Est Dal Centro-Nord Dal Centro e Sud Dalle Isole Dall' Estero


Parliamone
Una Butterfly come dev'essere
intervento di Athos Tromboni FREE

20250111_Fe_00_MadamaButtefly_ClaudiaPavoneViktorPastoriFERRARA - «Abbiamo voluto fare una Madama Butterfly nel rispetto della realtà giapponese dell'epoca, una realtà di usi e costumi ben diversa dall'immaginario occidentale... così abbiamo tolto nel nostro allestimento e nelle scelte registiche tutte quelle "giapponeserie esotiche" immaginate tra fine Ottocento e inizio Novecento in Europa. Ed io - ci tengo a dirlo - non ho fatto la regia di quest'opera, ma ho fatto la sua messa in scena...»
Così si è espresso Leo Nucci, il grande baritono passato alla regia dopo una straordinaria carriera di cantante, durante la presentazione dell'opera di Giacomo Puccini nel Ridotto del Teatro Comunale "Claudio Abbado".
Questa scelta di Nucci è veramente coraggiosa, coraggiosissima, proprio perché si discosta dalle dominanti regie "moderne" che di moderno hanno il più delle volte solo l'obiettivo della provocazione fine a sé stessa ammantato da una patina di conformismo che sfocia spesso nel deja-vu... un già visto che sa di stantìo.
...prosegui la lettura

VideoCopertina
La Euyo prende residenza a Ferrara e Roma

Non compare il video?

Hai accettato la politica dei cookies? Controlla il banner informativo in cima alla pagina!

Classica
Saccon Genot Slavìk una meraviglia
servizio di Athos Tromboni FREE

20250111_Fe_00_ConcertoSacconGenotFERRARA -  Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e guidato dal prof. Gianluca La Villa ha ripreso l'attività concertistica dopo alcuni mesi di pausa: saranno quattro gli appuntamenti fissati per la corrente stagione, il primo dei quali si è svolto ieri, 10 gennaio, nella sede che ospiterà anche gli altri appuntamenti: era la sala nobile del Circolo dei
...prosegui la lettura

Eventi
Apre Puccini chiude Rossini
redatto da Athos Tromboni FREE

20250120_Bo_00_StagioneOpera_FulvioMacciardiBOLOGNA - Come anticipato nella conferenza stampa di “anteprima” dal sovrintendete Fulvio Macciardi nel luglio dello scorso anno, la Stagione d’Opera 2025 del Teatro Comunale di Bologna proporrà 8 opere in scena e 2 opere in forma di concerto. Le recite si terranno anche per questa stagione al Comunale Nouveau in Piazza della Costituzione 4
...prosegui la lettura

Ballo and Bello
Lo Schiaccianoci dei rumeni
servizio di Athos Tromboni FREE

20241231_Fe_00_LoSchiaccianoci_MariusPetipaFERRARA - Non poteva mancare Lo Schiaccianoci nel periodo delle feste natalizie per il Teatro Comunale "Claudio Abbado". E infatti ecco mobilitato il Balletto dell'Opera Nazionale della Romania per due recite di fine anno a Ferrara (28 e 29 dicembre 2024), recite che hanno praticamente registrato il tutto esaurito. La compagnia rumena, diretta da
...prosegui la lettura

Echi dal Territorio
Ora tocca a Chiatti e Vinco
redatto da Athos Tromboni FREE

20241224_Mc_00_NuoviIncarichiMacerataOperaFestival2025_SandroParcaroliMACERATA - Scambio di auguri e presentazione del nuovo management ieri mattina, lunedì 23 dicembre, nella Gran Sala Cesanelli dello Sferisterio a Macerata: il sindaco e presidente dell'Associazione, Sandro Parcaroli, ha accolto ufficialmente la nuova sovrintendente Lucia Chiatti e il nuovo direttore artistico Marco Vinco scelti per guidare
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Mavra e Schicchi insolito dittico
servizio di Simone Tomei FREE

20241221_Fi_00_Mavra-GianniSchicchi_DenisKriefFIRENZE – Gli appuntamenti con la lirica dell’anno 2024 del Teatro del Maggio Fiorentino si chiudono con un dittico tanto inusuale quanto sorprendente che ha accostato due atti unici comici, distanti per stile, cultura e linguaggio: Mavra di Igor Stravinskij e Gianni Schicchi di Giacomo Puccini. Se le disavventure dei parenti di Buoso Donati
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Ovest
Gustavo e il Cappello di Paglia
servizio di Simone Tomei FREE

20241216_Ge_00_IlCappelloDiPagliaDiFirenze_GustavoGENOVA - La magia si è realizzata. La macchina narrativa, precisa come un cronografo di alta classe, ha funzionato senza alcun intoppo. Il palco ha vibrato di energia, grazie a un cast affiatato che ha danzato con grazia tra battute e situazioni surreali. Il pubblico del Teatro Carlo Felice ha apprezzato ogni attimo, immergendosi nella visione e nell’ascolto
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Tosca sancisce l'intestazione a Puccini
servizio di Simone Tomei FREE

20241130_Lu_00_Tosca_ClarissaCostanzo_phGaiaCaponeLUCCA – Il 29 novembre 2024, il Teatro del Giglio di Lucca, ora ufficialmente "Teatro del Giglio Giacomo Puccini", ha celebrato il centenario della morte del Maestro con un allestimento di Tosca. La giornata, significativa per la città, ha coinciso con la nuova intitolazione del teatro, rafforzando il legame profondo con il compositore lucchese. Il nuovo
...prosegui la lettura

Personaggi
E il Regio si prende Battistoni
redatto da Athos Tromboni FREE

20241129_To_00_NuovoDirettoreMusicale_AndreaBattistoni_phDanieleRattiTORINO - «Il Teatro Regio di Torino è lieto di annunciare la nomina di Andrea Battistoni a Direttore musicale, un momento fondamentale per il Teatro e il suo futuro. Battistoni, figura di spicco nel panorama musicale internazionale, entrerà in carica ufficialmente dal 1° gennaio 2025, con un mandato che abbraccerà le prossime due Stagioni.» È la
...prosegui la lettura

Echi dal Territorio
Torna il Comitato per i Grandi Maestri
servizio di Athos Tromboni FREE

20241127_Fe_00_Stagione2025CircoloNegozianti_ChristianSacconFERRARA - Il Comitato per i Grandi Maestri fondato e diretto dal prof. Gianluca La Villa, dopo un periodo di pausa, riprenderà nel 2025 l'attività con una serie di appuntamenti musicali principalmente a Ferrara, nel salone nobile di Palazzo Roverella (Circolo dei Negozianti), ma anche a Lucca, nella Chiesa dei Servi. Si tratta di cinque concerti
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Ovest
Un eccellente Roberto Devereux
servizio di Simone Tomei FREE

20241124_Bg_00_RobertoDevereux_JessicaPratt_phGianfrancoRotaBERGAMO - La versione napoletana del Roberto Devereux inaugura la decima edizione del Donizetti Opera Festival 2024. Il capolavoro di Gaetano Donizetti fin dalla sua prima rappresentazione al Teatro di San Carlo di Napoli nel 1837 ha riscosso grande successo. Ghiotta occasione per il festival bergamasco che la presenta nell’edizione critica
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Ovest
Lucia di Lammermoor impiccata a Genova
servizio di Simone Tomei FREE

20241123_Ge_00_LuciaDiLammermoor_NinaMinasyanGENOVA - Il nuovo allestimento della Lucia di Lammermoor curato dal regista  Lorenzo Mariani per la Fondazione Teatro Carlo Felice, in coproduzione con il Teatro Comunale di Bologna e l’Abao-Olbe di Bilbao, ha visto una regia carica di situazioni forti e simboliche e talvolta inopportune. Lo spettacolo si apre con un'immagine scioccante
...prosegui la lettura

Vocale
Vissi d'arte. Vissi per Maria
servizio di Athos Tromboni FREE

20241120_Fe_00_VissiDArteVissiPerMaria_MariaCallasFERRARA - Non è facile evocare il mito di Maria Callas portando in scena uno spettacolo che la racconta, senza sporcare o comunque pasticciare impropriamente i contenuti di quella che fu la vita turbinosa e la virtù artistica della grande cantante. Ci hanno provato i componenti del trio Ensemble Musica Civica con Dino De Palma (violino), Luciano
...prosegui la lettura

Eventi
La stagione sinfonica 2025 dei felsinei
redatto da Athos Tromboni FREE

20241119_Bo_00_StagioneSinfonica_MacciardiFulvioBOLOGNA - Ventuno concerti costituiscono l’ampia e variegata offerta sinfonica, che caratterizza la stagione 2025 del Teatro Comunale di Bologna, in programma dal 12 gennaio all’11 dicembre 2025 all’Auditorium Manzoni, alle 20.30 nei giorni feriali e alle 17.30 la domenica. Sono ben 20 gli appuntamenti in abbonamento, che spaziano dal
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Est
La Traviata dello sballo
servizio di Rossana Poletti FREE

20241118_Ts_00_LaTraviata_EnricoCalessoTRIESTE - Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”. La Traviata, che ha aperto la stagione lirica del Verdi, denota subito un tratto lampante della regia di Arnaud Bernard: l’evidenziare in maniera sguaiata la licenziosità dei costumi. Di fatto parliamo di una mantenuta che, se anche moralmente riscattata nel finale da Alfredo, come pure dal padre di lui,
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Ovest
Don Pasquale è un vaudeville
servizio di Athos Tromboni FREE

20241118_Bg_00_DonPasquale_RobertoDeCandia_phGianfrancoRotaBERGAMO - La sorpresa più lieta, arrivando a teatro per la "prima" del Don Pasquale del Festival Donizetti 2024, è stata che abbiam trovato disponibile un libretto (anzi, un libro) a stampa come succedeva nei migliori anni del secondo Novecento e come non succede quasi più in nessun teatro, specie se di provincia. Il libretto (anzi, il libro) contiene
...prosegui la lettura

Opera dall Estero
Madama Butterfly ciak si gira
servizio di Ramón Jacques FREE

20241118_00_LosAngeles_MadamaButterfly_KarahSon_phCoryWeaverLOS ANGELES (USA), Dorothy Chandler Pavilion - Il mese di settembre segna l'inizio di quasi tutte le stagioni dei teatri d'opera americani, e la Los Angeles Opera, uno dei teatri più importanti del Paese, che propone un'interessante offerta di titoli, ha inaugurato il proprio ciclo con la già celebrata e apprezzata Madama Butterfly di Giacomo Puccini
...prosegui la lettura

Vocale
Requiem salvato dalle voci
servizio di Simone Tomei FREE

20241027_Li_00_RequiemVerdi_EricLederhandler_phTeamBizziLIVORNO - Rappresenta un debutto assoluto per il Teatro Goldoni e più in generale per i teatri livornesi l’esecuzione della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi e sentiti capolavori del Cigno di Busseto, che fino ad oggi aveva avuto un'unica esecuzione nella città labronica nel 1986 a Villa Mimbelli. È con questo concerto inaugurale
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Il paradigma è un cavallo
servizio di Simone Tomei FREE

20241022_Pr_00_LaBattagliaDiLegnano_AlessioVernaMarinaRebeka_phRobertoRicciPARMA - Nel 1849 Giuseppe Verdi presenta a Roma La Battaglia di Legnano, un'opera in quattro atti con libretto di Salvatore Cammarano. Ambientata nel 1176, durante la celebre battaglia in cui la Lega Lombarda sconfisse l'imperatore Federico Barbarossa, l'opera va oltre la semplice rievocazione storica, riflettendo profondamente
...prosegui la lettura

Echi dal Territorio
Miracolo al soglio di sor Giacomo
FREE

20241020_00_TorreDelLago_FabrizioMiracoloPresidenteFondazioneFestivalPuccinianoTORRE DEL LAGO (LU) - È l’avvocato Fabrizio Miracolo il nuovo presidente della Fondazione Festival Pucciniano nominato dal sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, alla guida della stessa Fondazione; il neo presidente si dice  «... profondamente onorato per la fiducia ricevuta dal primo cittadino. È un incarico – ha poi proseguito – che rappresenta
...prosegui la lettura

Opera dal Centro-Nord
Appunti dal Festival Verdi
servizi di Angela Bosetto e Nicola Barsanti FREE

20241017_Pr_00_GalaVerdiano+Macbeth_GiuseppeVerdiPARMA - Era il 10 ottobre 1813 quando, alle Roncole di Busseto, Luigia Uttini diede alla luce Giuseppe Fortunino Francesco Verdi, colui che, citando Gabriele D’Annunzio, avrebbe dato voce alla speranza e ai lutti, pianto e amato per tutti. Tradizione vuole dunque che, nell’ambito del Festival Verdi di Parma e Busseto, il decimo giorno del
...prosegui la lettura

Opera dall Estero
Ballo in maschera di stelle
servizio di Ramón Jacques FREE

20241016_00_SanFrancisco_UnBalloInMaschera_MichaelFabiano_phCoryWeaverSAN FRANCISCO (USA), War Memorial Opera House - Ci sono alcune opere liriche che hanno un legame o un significato speciale con alcuni teatri, e una di queste è Un Ballo in Maschera di Giuseppe Verdi con la San Francisco Opera, titolo scelto dalla compagnia per avviare la nuova stagione, la 102 ̊ della propria storia. Quest'opera verdiana ebbe
...prosegui la lettura

Opera dal Nord-Ovest
Giro di vite diversamente fatto
servizio di Simone Tomei FREE

20241014_Ge_00_IlGiroDiVite_KarenGardeazabal_phFedericoPittoGENOVA - Due teatri genovesi, il Nazionale ed il Carlo Felice, hanno avuto un’idea innovativa e affascinante per l’apertura della nuova stagione 2024-2025, proponendo un duplice spettacolo che unisce prosa e opera, presentato al Teatro Ivo Chiesa. È la prima volta in Italia che il pubblico può assistere a un dittico in cui viene messo in scena lo
...prosegui la lettura


Questo sito supporta PayPal per le transazioni con carte di credito.


Gli Amici della Musica giornale on-line dell'Uncalm
Via San Giacomo 15 - 44122 Ferrara (Italy)
direttore Athos Tromboni - webmaster byST
contatti: redazione@gliamicidellamusica.it - cell. +39 347 4456462
Il giornale è iscritto al ROC (Legge 249/1997) al numero 2310